Kufia, 100 matite per la Palestina | BLOG |

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Kufia | Visual blog for Palestine

A collection of images, artworks and words is opens to every contribute from world wide, collectives and individuals, as supporting tool to "Kufia project - 100 disegnatori per la Palestina" (100 illustrators for Palestine). The goal of these pages is the comparison, the harvest of ideas, projects that are supporting the palestinian struggle for self-determination.

You can add this project publishing your own artworks or words, spreading around the url, telling it to your friends.


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A visual blog for Palestine.
Questa raccolta di immagini e parole, aperta ai contributi di tutti gli utenti, gruppi e sensibilità diffuse, è un supporto al progetto Kufia, 100 disegnatori per la Palestina.
Lo scopo di queste pagine è il confronto, la raccolta di idee, spunti, progetti che sostengano la lotta di autodeterminazione del popolo palestinese.

Potete partecipare al progetto pubblicando le vostre immagini e parole, diffondendo questo url, parlandone con amici e invitandoli a partecipare e sostenere.

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Publish Archive The project Contacts Credits

 Title: Metaphore of the conflict en Palestine

Metaphore of  the conflict en Palestine

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Name: Volpone
Txt: Metafora del conflitto in Palestina

Supponiamo che tu lettore abiti con i tuoi 5 figli, tua moglie e i tuoi genitori in una casa di due piani con annesso giardino, autorimessa, laboratorio artigianale, campo e stalla con le mucche.
Il fondo appartiene alla tua famiglia da decine di generazioni e tu vivi con il ricavato del laboratorio, dalla coltivazione del terreno annesso e dall’allevamento delle mucche.

Un giorno un tale ti chiede di ospitarlo per qualche giorno con la sua famiglia. Lo sistemi nella camera per gli ospiti al piano terreno per la quale ti paga un piccolo affitto.
Col tempo “loro” (gli ospiti) diventano sempre più intraprendenti : utilizzano la lavanderia, il giardino, la tua automobile, ecc. Dopo qualche mese non pagano più l’affitto.

Un giorno li richiami all’ordine ma loro minacciano di ucciderti. Spaventato ti rifugi da tuo cugino. Approfittando della tua assenza, “loro” si installano al I. piano. Al tuo ritorno si rifiutano di lasciarti entrare e sei costretto a soggiornare nella camera degli ospiti al piano terreno. Quando tenti di salire al I. piano ti danno un sacco di legnate e come se non bastasse sparano uccidendo uno dei tuoi figli. Chiami la polizia ma non ha tempo.

Un giorno “loro” utilizzano il tuo laboratorio e con il denaro prelevato dai tuoi libretti di risparmio lo ingrandiscono. Grazie alla loro abilità e alle loro relazioni internazionali e al lavoro sottopagato di due dei tuoi figli riescono a farne una piccola industria.

Un giorno arrivano dei parenti di “loro” in difficoltà : sei costretto a liberare la camera degli ospiti al piano terreno e alloggiare nell’autorimessa. I tuoi figli devono dormire sotto una tenda in giardino e i tuoi genitori sono costretti a bivaccare in strada.

Un giorno ne hai piene le scatole e tenti di sloggiarli con la forza. Uccidi uno dei loro figli ma anche loro sparano e uccidono uno dei tuoi figli, inoltre danneggiano l’autorimessa e distruggono la tenda. Nella tua casa e nelle adiacenze ogni tua traccia è stata cancellata e “loro” hanno applicato su tutto il loro stemma di famiglia. Interviene la polizia ma non sa che pesci pigliare, ha pure paura di “loro” e ti suggerisce di trasferirti da tuo cugino.

Un giorno la faccenda finisce davanti al giudice : “loro” affermano che la proprietà appartiene loro perché quando sono arrivati era disabitata, perché i loro antenati, con l’aiuto di Dio, vi vissero 2000 anni fa, perché “loro” hanno trasformato il terreno arido in un giardino, hanno creato un’industria e ora, grazie a “loro”, tutto è in ordine. Inoltre ricordano i loro fratelli assassinati dai banditi in un paese straniero.
Malgrado che anche tu sei un credente praticante, “loro”, mentendo, affermano che Dio è dalla loro parte e che per questo il vostro è solo un contenzioso di natura religiosa.
Il giudice, considerata la situazione esistente e visto che non è possibile stabilire a chi appartenga il fondo perché “loro” hanno distrutto i registri fondiari e tutti i documenti, decide salomonicamente di assegnare il I. piano, il laboratorio a “loro” e il piano terreno, il campo con la stalla, il giardino e l’autorimessa a te. “Loro” uccidono l’assistente del giudice e nottetempo posano una recinzione che t’impedisce l’accesso al campo e alla stalla. Impotente vedi “loro” mungere le tue mucche e lavorare con i tuoi attrezzi.

Furioso, con alcuni amici tenti di riconquistare la tua casa, ma “loro” respingono l’attacco distribuendo legnate a tutti. Inoltre occupano tutta la proprietà e pure gli orti dei vicini dai quali prelevano gli ortaggi.
Il giudice permette ai tuoi figli di soggiornare nella camera per gli ospiti mentre tu puoi stabilirti nell’autorimessa che devi riparare a tue spese.
“Loro” fanno lavorare saltuariamente i tuoi figli nella stalla.

Un giorno “loro” , aiutati da un amico potente, con minacce o con la restituzione di una parte dell’orto, riescono a convincere i tuoi vicini a non aiutarti più. Nel frattempo “loro” progettano la tua espulsione definitiva e per convincerti ad andartene distruggono l’autorimessa, controllano la tua posta, le tue telefonate, i tuoi spostamenti, ti confiscano l’automobile, ti rompono la tele, ecc. Per pagare questi interventi “loro” ti obbligano a partecipare alle spese amministrative. Mentre tu sei ridotto in miseria “loro” prosperano.
Il giudice ti regala una tenda e attribuisce una misera rendita ai tuoi genitori sistemati in un provvisorio-definitivo in mezzo alla strada. Due figli vivono alla bellemeglio al piano terreno della casa e il terzo è emigrato all’estero e saltuariamente ti invia un po’ di denaro.

Un giorno “loro” posano un cancello all’entrata del giardino e uno all’entrata della casa. Non puoi più recarti dai figli ne’ dai genitori e neppure al lavoro, a scuola o all’ospedale.
I tuoi genitori e tuo figlio emigrato non possono più entrare. Nel frattempo arrivano altri parenti di “loro” e si sistemano in una roulotte che posteggiano nel giardino.
“Loro” uccidono anche il tuo fedele cane perché “potrebbe diventare pericoloso”.

Un giorno ti rassegni e ammetti la tua sconfitta. Accetti che la casa sia “loro” in cambio della possibilità di vivere in pace nel giardino e di ricostruire l’autorimessa. “Loro” si dichiarano contenti che finalmente hai ammesso che “loro” sono i legittimi proprietari, ma sul resto nicchiano. Alcuni di “loro” ti insultano, distruggono nuovamente la tua tenda, tagliano anche gli ulivi dai quali ricavavi il tuo sostentamento e ti chiudono l’acqua.

Un giorno, visto che la situazione diventa insostenibile, spari un colpo di fucile verso la casa ferendo uno di “loro”. Per risposta “loro” uccidono un altro tuo figlio, ti rifilano un sacco di legnate e ti rinchiudono nel ripostiglio affermando che sei un pericoloso terrorista e finchè non ti calmi non ti rivolgeranno più la parola. Come se non bastasse tua moglie ti accusa di inettitudine e minaccia di andarsene per la propria strada.

Un giorno, per la disperazione, tuo figlio incomincia a lanciare sassi verso di “loro” , ma loro rispondono con fucili, cannoni, bombe, divieti, controlli, distruzioni, minacce, muri, ecc.
La gente, informata solo da “loro” , pensa che siete dei violenti e non vi aiuta.
Molte persone, incluso il giudice, tacciono perché intimorite dal potente amico di “loro” o perchè si sentono toccate dall’assassinio avvenuto all’estero dei fratelli di “loro”.
Qualcuno incomincia a dire che fai solo casino, che aiutarti costa troppo, che avresti dovuto accettare la generosa offerta di “loro” e che forse è meglio che te ne vai…Altri, pur denunciando la situazione, non osano intervenire o se ne disinteressano.

Caro Lettore : se sei in questa disgraziata situazione non puoi essere altro che un
Palestinese.
Ovviamente “loro” sono i sionisti, la polizia sono gli inglesi, il giudice è l’ONU , la gente è la comunità internazionale, i vicini sono L’Egitto, la Giordania, la Siria, il Libano, il potente amico di “loro” sono gli USA, ecc.

Come si farà ora a convincere “loro” a restituire il maltolto, o perlomeno a permettere una accettabile coabitazione ?


Metafora
del ritiro israeliano da Gaza.

In una prigione c'è un prigioniero politico* che occupa una cella piccola ma con un certo fascino. Al guardiano piace perciò sorvegliare il prigioniero a vista stando con lui nella cella nella speranza che un giorno possa disporre di tutta la cella per suo uso personale. Il prigioniero, oltre che essere privato della libertà, ha sempre il guardiano tra i piedi che lo intimidisce, lo controlla, gli crea difficoltà, gli ruba una parte del rancio, ecc. Col tempo anche la posizione del guardiano si fa scomoda, per esempio nei confronti del direttore del carcere e perchè deve continuamente guardarsi dai cattivi scherzi del prigioniero. Dopo un lunghissimo periodo di riflessione, valutati i pro e i contro, il guardiano decide che è meglio per lui stare all'esterno e sorvegliare il prigioniero attraverso la finestrella della porta. Detto fatto lascia nella cella una sua foto (che il prigioniero immediatamente straccia) e si piazza in corridoio dove la sua presenza impedisce agli altri prigionieri di recarsi in bagno. Il direttore strombazza al mondo credulone che ora "il prigioniero è più libero" sottintendendo però che il prigioniero è pericoloso (prova : ha stracciato la foto del guardiano) e deve rimanere rinchiuso (fa rinforzare le misure di sicurezza). Per il prigioniero la situazione è solo un po' più confortevole, ma la privativa della libertà con relativa sottomissione al guardiano sono immutate e nel complesso i prigionieri stanno peggio.
(* è in prigione perchè ha protestato quando gli amici del direttore gli hanno confiscato la casa)

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